“Una pandemia epocale. Una condizione che si è verificata raramente nella storia”. Le parole del dottor Tullo Ostilio Moschini, segretario della Cisl medici Umbria, nell’intervista rilasciata ad Annalisa Marzano su La Voce in cui descrive l’attuale emergenza sanitaria da Covid. Ripercorrendo le fasi della pandemia è chiara la difficoltà di gestire “un virus nuovo, poco conosciuto, che ha trovato tutti impreparati”, sottolinea Moschini che pone l’accento sull’importanza dei vaccini “per immunizzare la popolazione ma che, comunque, dovranno essere modificati in relazione alle varianti”.

Analizzando la situazione umbra, “ci si è trovati di fronte ad una virulenza del Covid molto critica e in tempi stretti”, spiega Moschini che parla di un sistema sanitario regionale, e nazionale, “segnato da anni di tagli alle risorse economiche e professionali da parte dei diversi Governi”.

Una sanità già debole “che è stata ulteriormente colpita dalle varianti che hanno dato una diffusione significativa al contagio, passando di famiglia in famiglia, soprattutto là dove non venivano rispettate le misure di contenimento del virus”. Da qui il Covid è arrivato negli osped ali. “Al momento del ricovero, tutti i pazienti sono stati sottoposti a tampone – racconta il medico – e pur risultando inizialmente negativi, a distanza di tempo, molti si sono positivizzati e il virus si è diffuso anche in reparti non Covid”.

La mancanza cronica di personale è l’altro grande problema. “Da marzo – racconta Moschini – sono stati richiamati in servizio medici in pensione, sono stati fatti Co.co. co e una serie di bandi specifici per l’emergenza, come l’ultimo della Protezione civile, e sono state attivate le Usca (Unità speciali di continuità assistenziale)”. I contratti a tempo determinato sono stati al centro dell’articolato confronto tra Regione e sindacati arrivando a “un accordo che definisce la possibilità fare bandi a tempo indeterminato, anche se sono diversi i concorsi che sono stati bloccati dopo lo scandalo sulla sanità umbra e che ora si stanno attivando”.

La Cisl medici ha anche chiesto di strutturare annualmente dei concorsi a tempo indeterminato per tutti gli specializzandi del penultimo e ultimo anno dell’Università di Perugia. “I concorsi però – spiega il medico – passano per le aziende sanitarie e secondo noi, una qualche iniziativa in più doveva essere fatta”.

Con i nuovi vertici regionali il mondo sanitario aspettava un cambio di rotta ma “ci si è subito trovati di fronte alla pandemia e l’attuale Giunta non ha avuto modo di rispondere ad una serie di problemi che non erano solo sanitari. La sanità umbra aggiunge Moschini – ha bisogno di un’idea nuova. I tempi sono cambiati e dobbiamo dare delle risposte diverse, a cominciare dal territorio dove serve assistenza domiciliare, con un impulso al ruolo dei medici di base e dell’ex guardia medica. In questo momento gli sforzi sono sul contenere e superare la pandemia ma dobbiamo anche definire il nuovo piano sanitario”.

In questo c’è anche il ruolo dell’università. “La titolarità del governo della sanità regionale e la gestione delle aziende è della politica, dei corpi intermedi della società (sindacati, associazioni) e cittadini. Non ha titolarità invece l’università che deve dare un apporto scientifico ma non gestionale”.

Altro tema è quello dell’ospedale da campo di Perugia. “La struttura è focalizzata sulle unità sub intensive ed estensive che necessitano di personale specializzato che in questo momento non c’è”. Dopo un anno, però, si poteva fare di più sul fronte delle nuove assunzioni. “Una mancanza c’è stata – ammette il medico – , però i concorsi sono indetti dalle aziende, non dalla regione”.

Una via per uscire da questa situazione c’è: “Serve un monitoraggio di tutte le problematiche – suggerisce il medico – . Le direzioni sanitarie delle varie aziende e le quelle mediche ospedaliere devono andare nel territorio, dove l’assistenza domiciliare diviene fondamentale, e girare di reparto in reparto. È essenziale il confronto con i professionisti, che possono proporre soluzioni, e dare voce a chi lavora tutti i giorni con estremo disagio e conosce le problematiche. Un lavoro di prossimità che possa sostenere l’enorme compito del commissario regionale per l’emergenza. La pandemia non finirà finché non saremo tutti vaccinati – spiega Moschini -, è una condizione con la quale dobbiamo imparare a convivere. Oggi è il momento della riforma del sistema sanitario e la Cisl è pronta a dare il proprio contributo. Vogliamo ascolto e condivisione”.

a questo link è possibile ascoltare il podcast dell’intervento di Tullo Ostilio Moschini a Umbria Radio inBlu